Sabato 5 febbraio è la giornata nazionale prevenzione spreco alimentare. Sono stati pubblicati in questi giorni i risultati dell’indagine di Waste Watcher International (università di Bologna) per l’anno 2021 dalla quale emerge che vengono sprecati 27 kg di cibo a testa per ogni cittadino italiano, un quantitativo per fortuna minore rispetto all’anno 2020. in termini economici il costo complessivo di questo spreco è di 10 miliardi di euro, ricomprendendo tutta la filiera dello spreco alimentare da quello domestico a quello commerciale e della distribuzione.

Noi di Recupero Solidale a Empoli e nell’Empolese Valdelsa abbiamo continuato a svolgere il nostro lavoro di impegno nella lotta allo spreco alimentare anche nell’anno appena concluso ed abbiamo conseguito un grande risultato frutto del nostro principio cardine: Fare rete per un obiettivo comune. Il quantitativo di prodotti recuperati in tre anni da Recupero Solidale è passato da 228 a 340 tonnellate. Il totale dei prodotti distribuiti è passato da 228 tonnellate a 328 tonnellate. I dati evidenziano una crescita veramente molto alta del recupero di prodotti alimentari e non alimentari, che tra 2019 e 2021 si è triplicata.

Ciò è accaduto per la nostra capacità di attirare l’offerta e grazie, in primo luogo, al sostegno esterno di Banco Alimentare, partner di grande importanza in questo settore. Alla luce di questi risultati, siamo ancora più decisi a impegnarci per mantenere questi obiettivi e cercare, se riusciamo, di superarli, auspicando che, nel suo complesso, questo impegno sia riconosciuto e sostenuto sia all’interno della rete che nel tessuto sociale del nostro territorio. Cifre come queste, oltre al valore in sé, sono anche utili per fare alcune riflessioni sulla natura del nostro lavoro.

Innanzitutto, è evidente che anche il numero delle famiglie e delle persone assistite è andato progressivamente aumentando, come previsto. Questo aspetto rende necessario un nuovo impegno di rete per l’individuazione dei soggetti bisognosi di supporto, soprattutto di coloro che sono racchiusi nel termine “nuova povertà” – cioè persone che, pur essendo presenti nel mondo del lavoro, non sono in grado di garantire adeguato sostegno alla famiglia. Questo, però, rende anche necessario uno studio attento del sistema organizzativo della distribuzione: è essenziale che sia sempre correttamente definito il numero delle famiglie e dei soggetti, a partire dalle segnalazioni provenienti dai servizi sociali. Tutto ciò sempre allo scopo di evitare sprechi di prodotti (anche al nostro interno) e assicurare il rispetto di criteri di equità.

Infine, un ragionamento più ampio. Noi di Recupero Solidale ci preoccupiamo sempre di avere al centro del nostro lavoro il concetto di rete. Siamo una rete di Associazioni di Volontariato, ed è un aspetto fondamentale che ci preme ripetere anche stavolta. Quando si parla di Recupero Solidale non ci si riferisce a un’organizzazione singola e autonoma, con la sua struttura ed i suoi volontari (magari facenti parte di un sistema diffuso anche a livello nazionale), ma di un insieme di persone che concorrono, con il loro impegno, al raggiungimento della raccolta e distribuzione di prodotti alle famiglie bisognose attraverso le reti locali.

La nostra struttura organizzativa centrale sostiene operativamente i processi di raccolta e distribuzione, ma questo è a sua volta a sostegno e supporto del lavoro svolto ogni giorno dalla rete delle Associazioni. Risultati come questi evidenziano con la loro forza il significato primo del nostro lavoro – evitare lo spreco e sostenere alcuni gruppi di popolazione, ma sono anche un efficace esempio del modello di rete che abbiamo costruito e, talvolta faticosamente, consolidato negli anni. Un modello che continueremo a promuovere e migliorare, che ci permette di essere presenti per chi ha bisogno e che continua a darci grandi risultati.